La Mumbai di Homi J. Bhabha
- IndiaResponsabile

- 13 ott
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 15 ott
Homi J. Bhabda (1909-1966)
In questo articolo, esploriamo Mumbai dal punto di vista dello scienziato visionario e mecenate dell’arte Homi J. Bhabha.
Uomo dalle mille sfaccettature, Homi J. Bhabha è ricordato come il “padre del programma nucleare indiano”. Ma il suo contributo al Paese va ben oltre l’ambito scientifico: fu una mente illuminata, un mecenate delle arti, e un instancabile promotore del talento e dell’intelligenza indiana sulla scena mondiale.
In un’epoca in cui si tende a separare il sapere tecnico dall’universo creativo, Bhabha dimostrò con la sua vita che scienza e arte sono due lati della stessa medaglia. Collezionista d’arte, pittore e amante della musica classica occidentale, riuscì a fondere la logica scientifica con un’estetica raffinata. Non a caso, il grande fisico C. V. Raman lo descrisse nel 1941 come “l’equivalente moderno di Leonardo da Vinci”.

Nato sotto una buona stella
Homi Bhabha nacque nel 1909 in una famiglia parsi benestante e molto influente. Fu battezzato Hormusji in onore del nonno, che era stato Ispettore Generale dell’Educazione a Mysore.
Attraverso suo zio Dorabji Tata – tra gli uomini più ricchi dell’epoca – il giovane Homi fu esposto fin da piccolo ai grandi snodi del movimento per l’indipendenza e al cuore pulsante dell’industria indiana nascente, dai metalli pesanti all’energia idroelettrica.
Cresciuto in un ambiente colto e raffinato, ricevette un’educazione a tutto tondo che includeva pittura, musica e scienze.
Nel 1927 si trasferì a Cambridge per studiare ingegneria meccanica, ma una volta lì, la sua passione per la fisica prese il sopravvento. Scrisse più volte alla famiglia per ottenere il permesso di cambiare indirizzo di studi, e alla fine riuscì a seguire il suo vero talento. Durante la Seconda guerra mondiale, tornò in India e, su invito di C.V. Raman, iniziò a insegnare all’Indian Institute of Science di Bangalore.
Un visionario al servizio della scienza indiana
Il contributo più significativo di Bhabha fu la fondazione del Tata Institute of Fundamental Research (TIFR) nel 1945. Nato a Bangalore e poi trasferito a Bombay, il TIFR divenne rapidamente il centro nevralgico della ricerca scientifica in India e, coerentemente con la visione eclettica del suo fondatore, ospita tuttora una galleria d’arte contemporanea all’interno della sua sede.
Nel 1954, Bhabha propose a Nehru la creazione di un Dipartimento dell’Energia Atomica (DAE), destinato a dirigere e finanziare lo sviluppo nucleare del paese.
Il dipartimento fu istituito nello stesso anno a Bombay, sotto la diretta supervisione del Primo Ministro, un modello organizzativo ancora oggi in vigore.
A livello internazionale, Bhabha rappresentò l’India in consessi prestigiosi, tra cui la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Uso Pacifico dell’Energia Atomica (1955), consolidando il ruolo dell’India come potenza scientifica emergente.
“La scienza ha finalmente aperto la possibilità della libertà per tutti dalla fatica manuale, e oggi siamo all’inizio di un’epoca in cui ogni persona potrà svilupparsi spiritualmente al massimo del suo potenziale.”— Homi J. Bhabha, discorso inaugurale del TIFR
Il mecenate che diede forma all’arte moderna indiana
La sensibilità artistica di Bhabha si sviluppò sin dalla giovinezza, ispirata dalla biblioteca del nonno e dalla collezione di dischi di suo zio. L’amore per la musica classica e l’opera lo spinse persino a scegliere Vienna come sede dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, per poter frequentare l’Opera di Stato durante le conferenze.
Come pittore dilettante, adornava la propria casa con opere astratte di sua creazione. Ma il suo lascito più importante nel campo artistico fu il sostegno al Progressive Artists’ Group, che lanciò i più grandi nomi dell’arte indiana del dopoguerra: M.F. Husain, F.N. Souza, S.H. Raza, Tyeb Mehta, K.H. Ara, solo per citarne alcuni.
Bhabha collezionò i loro lavori sin dagli esordi, vedendo in essi l’espressione di un’identità post-coloniale in costruzione.
Alcune di queste opere sono ancora esposte all’interno del TIFR, in una galleria che fonde la visione scientifica e quella artistica in un unico sguardo sul futuro.
Alla scoperta di Mumbai
Ancora oggi, Mumbai incarna l’anima vibrante dell’India moderna. Conosciuta come la “Città dei sogni”, è un caleidoscopio di contrasti: grattacieli affacciati sul mare convivono con bazar storici, palazzi coloniali e quartieri popolari. Capitale culturale e finanziaria del Paese, Mumbai è il cuore pulsante di Bollywood, la patria di alcuni dei più grandi nomi dell’arte, del cinema e della moda indiana. Camminando per le sue strade, si respira un’energia travolgente fatta di ambizione, creatività e resilienza.
Chhatrapati Shivaji Maharaj Vastu Sangrahalaya
Ex Museo del Principe di Galles, è oggi il cuore pulsante della cultura museale a Mumbai. Ospita collezioni ricchissime che spaziano dall’archeologia all’arte moderna, il tutto incastonato in uno spettacolare edificio in stile indo-saraceno.
Sassoon Docks
Antico porto peschereccio della città, i Sassoon Docks sono ancora oggi il luogo dove il commercio del pesce inizia all’alba con il lavoro delle donne Koli. Un’esperienza sensoriale e culturale da non perdere per chi vuole toccare con mano l’anima più autentica della città.
Mani Bhavan
Questa casa-museo è uno scrigno di memoria della lotta per l’indipendenza. Fu qui che Gandhi pianificò alcune delle sue iniziative più importanti, tra cui la campagna per la non-cooperazione. Oggi è un luogo silenzioso e potente, testimone di un’epoca che ha forgiato il volto dell’India moderna.
Dhobi Ghat
A pochi passi dalla stazione Mahalaxmi, si trova questa incredibile lavanderia a cielo aperto. I dhobi lavano a mano i panni di alberghi e ospedali della città, in un rituale collettivo che è rimasto immutato nel tempo. Una finestra aperta sulla complessità operosa di Mumbai.
Se sei a Mumbai...
Passeggia per Kala Ghoda, quartiere d’arte tra i più affascinanti, dove si alternano gallerie come NGMA e Chatterjee & Lal, architetture Art Déco e festival culturali tutto l’anno. Visita la Chhatrapati Shivaji Terminus, stazione ferroviaria simbolo della Mumbai coloniale, costruita in stile gotico italiano.
Prendi un traghetto dal Gateway of India per raggiungere le Elephanta Caves, un sito patrimonio dell’umanità che conserva sculture rupestri millenarie dedicate al culto di Shiva. E, naturalmente, non perdere l’occasione di assaporare un vada pav caldo, sorseggiando chai in una delle tante bancarelle che popolano le strade della città che non dorme mai.






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