Il Bengala di Satyajit Ray
- IndiaResponsabile

- 13 ott
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 15 ott
Satyajit Ray (1921-1992)
In un Paese vasto e complesso come l’India, ci sono diversi centri intellettuali — e tra i più luminosi c’è senza dubbio il Bengala. È proprio qui, nella sua capitale Kolkata (Calcutta), che nacque Satyajit Ray, artista poliedrico e leggendario regista riconosciuto a livello mondiale.
Oltre a essere celebrato come uno dei più grandi registi di tutti i tempi, Ray è considerato da molti uno dei più straordinari geni creativi che l’India abbia mai conosciuto.
Nel corso della sua vita, ha ricevuto alcuni dei riconoscimenti più prestigiosi:
Bharat Ratna (la più alta onorificenza civile indiana)
Oscar onorario alla carriera
Légion d’Honneur (massimo riconoscimento civile francese)
Premio Kurosawa per l’intera carriera da regista...e moltissimi altri premi nei più importanti festival internazionali.
Attraverso il suo obiettivo, Ray ha raccontato Kolkata come nessun altro.
La città nei suoi film non è solo uno sfondo, ma una presenza viva, quasi un personaggio con un’anima propria. In un momento in cui il cinema indiano si orientava sempre più verso la produzione di massa, Ray scelse la strada dell’autenticità: ogni sua opera era curata nei minimi dettagli, realizzata nella sua lingua madre, il bengalese.
Scrittore, illustratore, compositore: Ray era un artista totale.
Nel 1947 — lo stesso anno dell’Indipendenza — fondò il primo cineclub di Calcutta, dando inizio a una lunga relazione simbiotica tra l’artista e la sua musa: la città. Ancora oggi, Kolkata e Ray si ispirano a vicenda.

Satyajit Ray: dalle strade di Kolkata a Santiniketan
Nato e cresciuto a Kolkata, Ray frequentò la scuola nel quartiere di Ballygunge, immerso nell’ambiente della tipografia U Ray & Sons, fondata dal nonno Upendrakisor.
Dopo aver conseguito la laurea in Economia al Presidency College, su insistenza della madre si iscrisse alla Visva-Bharati University di Santiniketan, fondata da Rabindranath Tagore.
Lì, Ray si avvicinò all’arte orientale e si appassionò profondamente al cinema, leggendo testi fondamentali come:
The Film Till Now di Paul Rotha
Trattati teorici di Rudolf Arnheim e Raymond Spottiswoode
Durante la Seconda Guerra Mondiale, strinse amicizia con alcuni soldati americani di stanza a Calcutta, che gli facevano scoprire le ultime novità del cinema americano.
Ray era anche un frequentatore assiduo del Coffee House, uno dei luoghi simbolo della cultura intellettuale bengalese, e nel 1947 fondò, insieme al critico Chidananda Dasgupta, la Calcutta Film Society.
“Non aver visto il cinema di Ray è come vivere nel mondo senza aver mai visto il sole o la luna.”— Akira Kurosawa
Uno sguardo sul Bengala attraverso la cinepresa di Ray
Nel suo desiderio di rappresentare autenticamente la cultura bengalese, Ray girò numerosi film nelle campagne del Bengala. Alcuni di questi luoghi oggi sono cambiati radicalmente, ma conservano ancora il respiro dei suoi film.
📍 Boral, vicino Kolkata, fu il set del suo film d’esordio Pather Panchali, che fu nominato alla Palma d’Oro e vinse il Prix du Document Humain al Festival di Cannes.
📍 Nel distretto di Birbhum, noto per i movimenti socio-culturali e per l’università Visva-Bharati di Santiniketan, Ray girò:
Ashani Sanket
Agantuk
Abhijaan
I primi due nei pressi di Bolpur, il terzo a Dubrajpur.
📍 L’elegante Jalsaghar (The Music Room), tributo al suo amore per la musica, fu girato nel palazzo Nimtita Rajbari, vicino Murshidabad.
Da dove iniziare? La Trilogia di Apu
Pather Panchali (1955)
Aparajito (1956)
The World of Apu (1959)
La Trilogia di Apu è considerata uno dei massimi capolavori del cinema mondiale.
Il primo film, Pather Panchali, ambientato in un piccolo villaggio bengalese degli anni ’20, fu una rivoluzione nel cinema indiano: un racconto poetico e commovente che aprì la strada al cinema d’autore in un panorama dominato da film commerciali.
Con Aparajito e The World of Apu, seguiamo il protagonista Apu nella sua crescita: dall’infanzia alla maturità, dai campi del villaggio all’universo urbano della città.
Una trilogia che è al tempo stesso un romanzo di formazione e un ritratto dell’India che cambia, realizzata con profondo amore per ogni elemento del cinema — dalle immagini magistrali di Subrata Mitra alle musiche straordinarie di Ravi Shankar.
Kolkata, la Città della Gioia
Pur avendo esplorato il Bengala rurale con grande sensibilità, Ray nutriva un legame speciale con Kolkata, città che non ha mai smesso di ispirarlo.
Da una parte troviamo le Bonedi Baris: antiche dimore patrizie risalenti anche a 400 anni fa, appartenute a ricche famiglie di mercanti, che hanno dato vita a celebrazioni fastose del Durga Puja — tradizioni ancora vive.
Dall’altra parte, vi sono i cimiteri britannici, che custodiscono le tombe di personaggi storici come Henry Louis Vivian Derozio e Sir William Jones.
Nel mezzo, c’è l’energia culturale di Tollygunge, Ballygunge e la vecchia Kolkata, dove l’arte, la politica e la letteratura si intrecciano in un movimento incessante.
Tra la dolcezza della lingua bengalese, la raffinatezza della cucina locale e l’amore per la parola scritta e per l’immagine, Kolkata è un laboratorio culturale in costante fermento.
Mentre sei in Bengala...
Visita Santiniketan, per immergerti nell’eredità di Tagore e Ray
Esplora Murshidabad e i suoi palazzi, tra cui Nimtita Rajbari
Passeggia nei mercati e vicoli di North Kolkata, tra librerie, caffè e vecchie dimore
Vivi il Durga Puja nei Bonedi Baris: un’esperienza intima e unica






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