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La Jaipur della Maharani Gayatri Devi

Aggiornamento: 15 ott

Gayatri Devi (1919-2009)


“Un sogno in sari e gioielli”, “La donna più bella del mondo”, “La Maharani di Jaipur”... I titoli non sono mai mancati per descrivere Gayatri Devi, una donna che ha saputo coniugare bellezza, grazia e una mente acuta con un forte senso del dovere verso la sua gente. Eppure, dietro all’eleganza regale e ai ricevimenti da sogno, c’era anche una politica coraggiosa e una pioniera dei diritti delle donne. Non a caso, nel 1962 entrò nel Guinness dei Primati per aver vinto un’elezione democratica con il margine più ampio mai registrato fino ad allora: oltre 175.000 voti.


Nata e cresciuta a Cooch Behar, nell’allora Bengala dell’India Britannica, Gayatri Devi crebbe in una famiglia di vedute moderne, che la incoraggiò a credere in se stessa e a inseguire i propri sogni. Scelse l’uomo da sposare, si immerse nella vita politica dell’India post-indipendenza e dedicò la sua esistenza a migliorare la condizione femminile, senza mai dimenticare il ruolo che aveva come simbolo di un’intera comunità.


Maharani Gayatri Devi in una fotografia in bianco e nero

Una principessa dal sangue nobile e dallo spirito indipendente

Chiamata affettuosamente Ayesha da familiari e amici, Gayatri Devi nacque da una delle unioni più prestigiose dell’India: suo padre era Jitendra Narayan, principe di Cooch Behar, e sua madre Indira Raje di Baroda, unica figlia del grande Maharaja Sayajirao Gaekwad III. Una famiglia raffinata e cosmopolita che le trasmise sia l’eleganza regale che il coraggio di rompere gli schemi.


Sin da giovane, Gayatri sentiva di non rispecchiarsi del tutto nelle aspettative tipiche del suo ruolo. Mentre le sorelle erano perfette nel gestire ricevimenti e cerimonie, lei preferiva le cavalcate, lo sport e occuparsi degli affari pubblici. Studiò tra l’Inghilterra, Shantiniketan (nella scuola fondata da Tagore) e la Svizzera, crescendo come una cittadina del mondo, sempre a suo agio tra culture diverse.


Costruire con la terra, costruire con le persone

Il suo amore per il fango, la pietra grezza, il bambù e i materiali locali prende forma sin dal primo progetto: Anandgram, un insediamento per oltre 350 artisti e artigiani tradizionali. Qui, Revathi lavora a stretto contatto con gli abitanti per progettare insieme, e non per loro, cercando un equilibrio tra estetica, funzionalità e memoria collettiva.


In questo contesto nasce anche il concetto di “Evolving Home”, una casa che cresce nel tempo con le esigenze della famiglia. Revathi progetta non solo gli spazi, ma anche un’idea di abitare flessibile, partecipato e profondamente umano.

Con il suo studio fondato insieme al marito Vasant Kamath, porta avanti progetti che diventano simboli di una nuova architettura indiana: rispettosa dell’ambiente, sociale, inclusiva.


Le sue opere — dalla Akshay Pratishthan School a Delhi al Community Center nel Madhya Pradesh — vengono riconosciute anche a livello internazionale, ricevendo tre nomination per l’Aga Khan Award for Architecture.


La principessa del popolo

L’incontro con Sawai Man Singh II, erede del trono di Jaipur e noto giocatore di polo, avvenne durante un torneo a Calcutta. Lei aveva appena 12 anni, ma tra i due nacque un affetto destinato a diventare amore. Nonostante le resistenze iniziali (lui aveva già due mogli), la famiglia accettò la loro unione, riconoscendo l’autenticità del loro legame.


Dopo il matrimonio, Gayatri Devi entrò a pieno titolo nella vita di corte a Jaipur, adattandosi con naturalezza ai fasti del palazzo, senza mai rinunciare alla sua semplicità. Partecipava alle festività locali, sosteneva le attività della Croce Rossa durante la guerra e si prendeva cura dei bisogni delle donne del regno.

Quando l’India indipendente abolì i regni principeschi, lei trasformò il suo ruolo da regina in quello di rappresentante del popolo, portando la sua passione per l’artigianato e l’emancipazione femminile nella politica.


Una pioniera per l’emancipazione femminile

Decenni avanti rispetto ai suoi tempi, Maharani Gayatri Devi fu una vera visionaria. Amava cavalcare, giocava a polo, parlava apertamente in pubblico e soprattutto ruppe con la tradizione del purdah, il velo che segregava le donne dalla vita sociale. Una rivoluzione che lei stessa promosse fondando una scuola: la Maharani Gayatri Devi Girls’ School aprì con appena 40 studentesse e una sola insegnante d’inglese. Oggi è una delle scuole femminili più prestigiose d’India, e ha formato oltre 30.000 ragazze.


Con il sostegno del marito, convinse molte famiglie a mandare le figlie a studiare, mostrando che l’istruzione era la vera via verso l’autonomia. Le sue memorie, ancora oggi, raccontano la storia di una donna forte, libera e piena di grazia, capace di affrontare il dolore e le perdite con dignità.


Alla scoperta di Jaipur

Ancora oggi, Jaipur porta il segno indelebile del suo passato reale. Conosciuta come la “Città Rosa" per il colore dei suoi edifici, è un trionfo di palazzi, templi, artigianato e sapori autentici. Chiamata anche “Chhota Kashi” per l’abbondanza di luoghi sacri, Jaipur è il cuore culturale del Rajasthan.


  • Fortezza di Amber

    Situata su una collina nei pressi di Jaipur, la Fortezza di Amber era la residenza estiva dei reali. Imponenti mura, cortili maestosi e tunnel segreti che la collegano al Forte di Jaigarh rendono questo luogo una tappa imperdibile. Un capolavoro dell’architettura Rajput ancora perfettamente conservato.


  • Tempio di Galtaji

    Incastonato tra le colline alle porte della città, il Tempio di Galtaji è celebre per le sue sorgenti naturali che alimentano sette vasche sacre. La più importante, il Galta Kund, si dice non si sia mai prosciugata. Un luogo mistico, ideale per chi cerca un momento di silenzio e spiritualità.


  • City Palace

    Il cuore cerimoniale di Jaipur, dove si fondono elementi Moghul e Rajput, era anche la residenza di Maharani Gayatri Devi. Oggi ospita un museo che racconta la storia dei reali di Jaipur tra stanze segrete, costumi, armi e manoscritti antichi. Una vera immersione nella storia.


  • Jawahar Kala Kendra

    Progettato nel 1986 dall’architetto Charles Correa, il JKK è il centro nevralgico dell’arte e dell’artigianato rajasthano. La sua struttura si ispira ai principi cosmici del Navagraha, i nove pianeti, ed è un luogo dove il design contemporaneo incontra la tradizione. Mostre, spettacoli e laboratori lo rendono una tappa perfetta per chi ama le culture vive.


  • Hawa Mahal Simbolo iconico di Jaipur, l’Hawa Mahal è molto più di una meraviglia architettonica: è un inno alla leggerezza, all’eleganza e all’ingegno. Costruito nel 1799 dal Maharaja Sawai Pratap Singh, questo palazzo dalle facciate rosa fu progettato per permettere alle donne di corte, che vivevano in purdah, di osservare la vita cittadina senza essere viste. Con le sue 953 finestrelle in pietra traforata (jharokha), il palazzo crea un effetto di ventilazione naturale che rende gli interni freschi anche durante le torride estati del Rajasthan — un vero capolavoro di architettura climatica.



facciata dell'hawa mahal a jaipur

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