Il Tamil Nadu di Rukmini Devi
- IndiaResponsabile

- 13 ott
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Aggiornamento: 15 ott
Rukmini Devi (1904-1986)
In questo articolo andremo ad esplorare il Tamil Nadu attraverso lo sguardo di Rukmini Devi, artista, danzatrice e pioniera della rinascita culturale indiana.
Se esiste un luogo in India che incarna davvero la sua spiritualità, è proprio il Tamil Nadu. I suoi templi maestosi, che sfidano in altezza e imponenza i moderni grattacieli, convivono con una cucina profondamente nutritiva, radicata nella terra e nei suoi ritmi. In questo equilibrio tra l’uomo e la natura, si è sviluppato un patrimonio artistico senza tempo: dalla musica carnatic all’architettura templare.
È in questo contesto che Rukmini Devi Arundale ha vissuto gran parte della sua vita, dedicandosi con passione alla preservazione culturale e alla responsabilità sociale. La sua opera è il frutto di un impegno profondo: riportare in vita l’autenticità delle arti indiane, ma anche dare voce a chi era stato messo ai margini.

Una donna libera, in un’epoca che voleva esattamente il contrario
Rukmini Devi ha trascorso la vita liberando sé stessa — e tante altre donne — dai vincoli imposti da caste, genere e convenzioni sociali. Cresciuta tra i teosofi, la sua ricerca del divino inizia già da bambina.
Quando si avvicinò allo studio del Bharatanatyam, questa danza era ancora prigioniera dei rigidi schemi di casta e classe sociale. All’epoca era conosciuta come Sadhir ed era praticata esclusivamente dalle Devadasi, danzatrici dei templi spesso diffamate e stigmatizzate dalla società.
Rukmini Devi non si è limitata solamente a riportare in vita questa forma d’arte antichissima, ma ribaltò anche i pregiudizi che pesavano sulle sue interpreti, restituendo loro dignità, rispetto e il riconoscimento di custodi di una tradizione sacra e millenaria.
L’incontro che cambiò tutto
Nata a Madurai, da un padre teosofo e una madre appassionata di musica, Rukmini Devi inizialmente sognava di diventare musicista. Ma un incontro casuale a Bombay con la celebre ballerina russa Anna Pavlova cambiò radicalmente il suo percorso. Le due viaggiarono insieme, e Pavlova incoraggiò Rukmini a esplorare le danze del suo paese natale.
Fu così che, a 30 anni, Rukmini si appassionò al mondo della danza e cominciò a studiare il Bharatanatyam con i più grandi maestri dell’epoca. La sua dedizione la portò, poco dopo, a fondare Kalakshetra, un’accademia di danza e musica destinata a diventare una delle istituzioni più importanti del paese.
In un’India ancora conservatrice, diede la sua prima esibizione nel 1935 durante il Giubileo della Società Teosofica.
Nonostante l’opposizione dei circoli ortodossi di Madras, la sua passione non si fermò.
Kalakshetra: una scuola, un sogno, un’eredità
Per Rukmini Devi non era sufficiente danzare. Voleva creare un movimento, formare giovani pronti a dedicare la propria vita all’arte. Con l’aiuto del marito, fondò Kalakshetra: un’accademia di danza e musica ispirata all’antico sistema del Gurukul, sulle rive di Adyar, vicino Chennai.
Kalakshetra non era solo un centro di formazione: era un luogo dove ogni dettaglio, dai costumi alle scenografie, era curato con un senso profondo del bello e del sacro. Oggi Kalakshetra è una università riconosciuta, situata in un campus di oltre 100 acri a Tiruvanmiyur, ed è un faro dell’arte indiana per studenti da tutto il mondo.
“Danzare è usare il corpo, ma poi dimenticarlo. Trasformarlo.”— Rukmini Devi
Un cuore che batte anche per gli animali
Rukmini Devi non era solo una figura artistica. Era anche una fervente attivista per i diritti degli animali. Promotrice del vegetarianismo e della non violenza, denunciò con coraggio i sacrifici animali ancora presenti in molte pratiche religiose, sensibilizzando l’opinione pubblica attraverso spettacoli teatrali e danze drammatiche. Aveva una profonda empatia per gli esseri che non parlano la nostra lingua, e spesso difendeva la loro causa nei suoi discorsi pubblici.
Nel 1953 presentò il primo disegno di legge per la Prevenzione della Crudeltà sugli Animali, che venne approvato nel 1960, grazie alla sua perseveranza — in un’epoca in cui questi temi erano visti come marginali in India. Si oppose anche all’esportazione di scimmie per esperimenti e denunciò le condizioni disumane dei macelli.
L’estetica che diventa rivoluzione
Nel 1937, aggiunse a Kalakshetra una sezione dedicata alla tessitura artigianale, dando vita al Crafts Education and Research Centre (CERC). L’obiettivo era duplice: creare costumi per la danza e al tempo stesso rinnovare l’arte del sari, riportando in vita disegni e motivi tradizionali.
Rukmini Devi creò così una nuova estetica tessile, fondata su colori naturali, motivi classici, tecniche antiche e una raffinata sensibilità artistica. Nasce così il celebre sari Kalakshetra, oggi simbolo di eleganza e autenticità.
Scoprire il Tamil Nadu:
Madurai
Città natale di Rukmini Devi, Madurai sorge lungo le rive del fiume Vaigai ed è uno dei centri abitati più antichi dell’India, con oltre 2500 anni di storia documentata. Il cuore spirituale della città è il Tempio di Meenakshi Amman, dedicato alla dea Parvati e al suo consorte Shiva, un capolavoro di arte dravidica. Da non perdere anche il Palazzo Thirumalai Nayak, esempio straordinario di architettura indo-saracena.
Chennai
È a Chennai che Rukmini Devi ha scoperto il Bharatanatyam e fondato Kalakshetra. Qui la tradizione tamil è viva e celebrata in ogni forma: dalla danza ai tessuti, dalla musica alla scultura. Durante la stagione del Margazhi, la città si riempie di concerti di musica carnatic e spettacoli che richiamano spettatori da tutto il mondo. Dai templi antichi ai caffè contemporanei del quartiere Mylapore, Chennai è una fusione di passato e presente. Le arti tradizionali non solo sopravvivono, ma prosperano, anche grazie al lavoro di pionieri come Rukmini Devi.






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