La Mysore di R.K. Narayan
- IndiaResponsabile

- 15 ott
- Tempo di lettura: 5 min
Rasipuram K. Narayan (1906-2001)
R. K. Narayan era un uomo di semplicità e umiltà, che passeggiava nei bazar di Mysore con un ombrello chiuso sotto il braccio e una piccola scatola di pellicola Kodak piena di noci di betel, sempre con sé. Un gesto ordinario, in netto contrasto con la straordinaria acutezza del suo sguardo: trasformava le sfumature della vita quotidiana in terreno fertile per la letteratura. Il suo amore per una perfetta tazza di caffè filtrato all’indiana e la predilezione per il riso allo yogurt sono dettagli piccoli ma rivelatori di uno scrittore profondamente radicato nella propria cultura.
Trasformando i momenti comuni in arte, la scrittura di R. K. Narayan evitava i grandi drammi per abbracciare un realismo compassionevole. La sua prosa, semplice e calorosa, trasmetteva al lettore la sensazione di essere a casa, tra i vicoli e i salotti di Malgudi. In oltre sessant’anni di carriera, R. K. Narayan ricevette onori e riconoscimenti, senza mai perdere di vista il centro delle sue storie: le vite delle persone comuni alle prese con un mondo in continuo cambiamento.

Una vita prima delle storie
Rasipuram Krishnaswami Ayyar Narayanaswami, conosciuto al mondo come R. K. Narayan, nacque nel 1906 a Madras (oggi Chennai), in una famiglia Tamil brahmina. Il lavoro del padre come preside di scuola lo portò a spostarsi spesso, così Narayan trascorse gran parte dell’infanzia con la nonna materna, Parvati. Fu lei a trasmettergli l’amore per le storie: grazie a lei apprese la mitologia, la musica classica e il sanscrito, assorbendo così la ricchezza della tradizione e del folclore indiani.
Frequentò varie scuole a Madras prima di trasferirsi con la famiglia a Mysore.
Dopo un anno dedicato alla lettura e alla scrittura, a seguito di alcuni insuccessi scolastici iniziali, si iscrisse al Maharaja’s College di Mysore, dove si laureò in Letteratura Inglese nel 1930. L’esposizione precoce ai classici inglesi – in particolare Dickens, Conan Doyle e Wodehouse – unita ai racconti mitici locali, gli permise di sviluppare uno sguardo unico, che avrebbe poi caratterizzato tutta la sua produzione letteraria.
Una città fatta di inchiostro e carta
La vasta produzione di R. K. Narayan comprende romanzi, raccolte di racconti, diari di viaggio e traduzioni in inglese di testi epici indiani. Tra le sue opere più celebri troviamo The Bachelor of Arts, The English Teacher, The Financial Expert, Waiting for the Mahatma, The Guide e Malgudi Days. Le sue storie nascono dalle strade, dai mercati e dalle case osservate a Madras e poi a Mysore, dove i dettagli della vita quotidiana della classe media diventavano nutrimento per la sua immaginazione. Esperienze personali di fallimenti, resilienza e piccole gioie hanno donato alla sua scrittura un’umanità profonda e riconoscibile.
Quando completò il suo primo romanzo, Swami and Friends, nel 1934, faticò a trovare un editore in India. Su consiglio di un amico, spedì il manoscritto in Inghilterra, dove arrivò nelle mani di Graham Greene. Colpito dalla freschezza della narrazione, Greene lo aiutò a pubblicare il romanzo nel 1935 e divenne un suo sostenitore per tutta la vita, contribuendo anche a far conoscere le sue opere all’estero.
Pubblicato nel 1958, The Guide è spesso considerato il capolavoro di R. K. Narayan. Racconta la storia di Raju, una guida ferroviaria a Malgudi che, partendo da piccole truffe, finisce per gestire la carriera di Rosie, una danzatrice divisa tra il desiderio personale e il giudizio della società. La caduta morale di Raju e la sua trasformazione in una figura spirituale riluttante portano il lettore a riflettere su redenzione, destino e libera scelta.
The Guide ricevette il Premio Sahitya Akademi nel 1960, rendendo R. K. Narayan il primo scrittore in lingua inglese a ottenere il massimo riconoscimento letterario indiano. Nel 1965, il romanzo fu adattato per il cinema da Vijay Anand, con Dev Anand e Waheeda Rehman. Pur prendendosi alcune libertà artistiche, il film divenne un cult del cinema indiano, anche grazie alla sua colonna sonora.
“L’aroma lieve di gomma e calicò che si respira in una biblioteca per me è come l’incenso. Credo che la vista più bella sia il dorso dorato dei libri allineati su uno scaffale. Il corridoio tra due scaffali pieni mi dà la stessa gioia di un viale alberato. Il colore e la consistenza di una copertina mi emozionano come il tocco di un fiore ancora sul suo stelo.”— R. K. Narayan, Malgudi Days
La lampada resta accesa
L’opera di R. K. Narayan ha influenzato la percezione della vita indiana non solo tra i lettori stranieri, ma anche tra gli stessi indiani. Per generazioni, Malgudi è diventata sinonimo di un’India intima, ironica e umana. Nel 1960 fondò la casa editrice Indian Thought Publications per mantenere il controllo sulla pubblicazione delle sue opere in India – un gesto all’epoca rivoluzionario. Ricevette il Padma Bhushan nel 1964 e il Padma Vibhushan nel 2000, e fu candidato più volte al Premio Nobel per la Letteratura.
Alcuni critici lo hanno definito “troppo semplice”, ma scrittori come Jhumpa Lahiri e lo stesso Graham Greene hanno sempre riconosciuto nella sua essenzialità una profondità straordinaria.
Jhumpa Lahiri ha elogiato i suoi racconti per la capacità di cogliere la complessità della vita dei personaggi “in poche pagine”, inserendolo accanto a maestri del racconto come O. Henry e Guy de Maupassant.
Come affermava Sasha, sua amica e biografa, la forza di R. K. Narayan era proprio quella semplicità, e le sue storie restano uno specchio affettuoso dell’India quotidiana.

Scoprire Mysore
Mysore, un tempo capitale di uno dei più grandi regni principesco dell’India, deve la sua eleganza secolare al patrocinio artistico della dinastia Wodeyar. I sovrani trasformarono la città in un centro fiorente di arte, architettura e sapere. Il magnifico Palazzo di Mysore, costruito sotto il loro regno, ne è ancora il simbolo. La città è nota anche per i suoi festival, in particolare il Dasara, quando le strade si riempiono di cortei, musica e luci. Ma oltre i cancelli del palazzo, c’è un altro mondo fatto di mercati che vendono seta, legno di sandalo e spezie; dove gli artigiani intagliano il legno di rosa e i bambini corrono tra i templi. È una città di momenti silenziosi, nessuno eclatante, ma che insieme compongono un fascino tutto suo.
Ammira il Palazzo di Mysore in tutto il suo splendore
Percorri i suoi saloni decorati, le vetrate colorate e i soffitti affrescati. Ogni domenica sera e durante i festival, il palazzo si illumina con quasi 100.000 lampadine che delineano cupole e torri, trasformandolo in uno spettacolo incantato.
Scopri i mestieri artigianali della città
Entra in una filanda per osservare come la seta grezza viene estratta e filata a mano. Segui il processo che trasforma ogni filo in un capolavoro: è qui che prendono vita i celebri sari di Mysore, noti per la loro lucentezza e raffinatezza.
Assapora il Mysore Pak, dolce reale
Questo iconico dolce, nato nelle cucine reali nel XIX secolo, si scioglie in bocca e porta con sé tutta la storia della città. Gustalo nelle pasticcerie storiche come Guru Sweets o Mahalakshmi Sweets.
Scopri Mysore in bicicletta
Partecipa a un tour guidato in bici tra viali alberati, quartieri storici e palazzi regali. Ogni angolo rivela frammenti di vita quotidiana: mercati affollati, cortili tranquilli e profumi di cucina locale. Un modo sostenibile e poetico per entrare nel cuore della città.






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