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Il Karnataka di Pandit Bhimsen Joshi

Aggiornamento: 15 ott

Pandit Bhimsen Joshi (1922-2011)


In questo articolo, esploriamo il Karnataka attraverso la vita e la voce di Pandit Bhimsen Joshi, una delle più grandi voci contemporanee della musica classica hindustani.


Acclamato come il più grande cantante di musica classica hindustani di tutti i tempi, Pandit Bhimsen Joshi ha lasciato in eredità molto più di una straordinaria carriera artistica: ha incarnato il coraggio di seguire un sogno, anche quando tutto il mondo non ci crede. Nato in una famiglia con 15 figli, sentì fin da piccolo un richiamo irresistibile verso la musica. Nonostante l’opposizione iniziale della famiglia, trovò la forza per seguire la verità che sentiva nel cuore.


Celebre tanto per la potenza emotiva delle sue performance quanto per la sua maestria tecnica nel canto khayal, le sue esibizioni riuscivano a trascendere barriere etniche, linguistiche, religiose e sociali, parlando a tutti con la stessa intensità.

Dotato di una voce maestosa e penetrante, divenne il simbolo della gharana di Kirana, di cui fu uno degli esponenti più acclamati. Sebbene rigoroso nello studio della tradizione classica, non disdegnò mai i brani più leggeri, devozionali o popolari, dimostrando che intelligenza e passione possono coesistere in armonia. È proprio questa apertura mentale che lo distinse da molti altri cantanti classici rimasti ancorati alle regole della propria gharana, spesso a discapito della libertà espressiva.


Pandit Bhimsen Joshi  durante una delle sue osibizioni

Inseguire la passione

Nato in una famiglia bramina kannadiga nel tranquillo villaggio di Gadag, nel distretto di Dharwad, Bhimsen Joshi ebbe una folgorazione ascoltando una registrazione del raga Basant cantato da Ustad Abdul Karim Khan. Da quel momento, sognò di diventare un cantante.


Suo padre, studioso di sanscrito, desiderava per lui un futuro da medico o ingegnere. Ma nel 1933, ancora giovanissimo, scappò di casa per mettersi alla ricerca di un maestro da cui imparare musica. Per tre anni visse di espedienti, cantando bhajan e abhang sui treni, svolgendo lavoretti e faccende domestiche nelle case di artisti, tutto per nutrire la sua sete di apprendimento.


Alla fine, il padre si convinse della sincerità del suo desiderio e organizzò la sua formazione rigorosa con Pandit Rambhan Kundgolkar, noto anche come Sawai Gandharva, a Kundgol. Quest’ultimo era stato discepolo diretto proprio di Abdul Karim Khan — chiudendo così il cerchio iniziato con quell’ascolto infantile.


Dal plauso della critica all’amore del pubblico

Le performance di Pandit Bhimsen Joshi sono celebri per la loro geniale improvvisazione, sempre all’interno della struttura rigorosa dei raga. Non sbagliava mai una nota, e le sue taans (passaggi vocali rapidi e complessi) fulminee erano la prova della sua instancabile disciplina nella preparazione vocale.


Pur scegliendo un repertorio selezionato, fatto di raga complessi e profondi, rimase sempre un fervente sostenitore della musica classica hindustani.

Ma ciò che lo rese una figura amata da tutto il paese fu la sua partecipazione al celebre video musicale “Mile Sur Mera Tumhara” (1988), che si apre proprio con la sua voce. Il brano, originariamente composto da lui su richiesta dell’allora Primo Ministro Rajiv Gandhi, divenne un simbolo dell’unità nazionale e celebrava la diversità culturale dell’India. Grazie a questo progetto, la sua voce divenne quella di un intero Paese.

“Per alcuni anni, dopo aver iniziato a studiare musica, cantavo poco ma ascoltavo molto. Ascoltavo ogni genere di musica. Questo tipo di apprendimento è importante quanto la pratica.”— Pandit Bhimsen Joshi

Un’eredità fatta di creatività e dedizione

Nel 1953, Pandit Bhimsen Joshi fondò insieme all’amico Nanasaheb Deshpande il Festival Musicale Sawai Gandharva, in onore del suo maestro. Oggi, questo evento che si tiene a Kundagol, nel distretto di Dharwad, è diventato una meta di pellegrinaggio culturale per gli amanti della musica classica hindustani di tutto il mondo.


Per il suo immenso contributo alla musica, nel 1998 ricevette la Sangeet Natak Akademi Fellowship, la più alta onorificenza della prestigiosa accademia nazionale indiana per musica, danza e teatro. Nel 2009 fu insignito del Bharat Ratna, il massimo riconoscimento civile conferito in India.


Scoprire la musica classica in Karnataka:

  • Indian Music Experience, Bangalore

    Un museo interattivo che raccoglie sotto lo stesso tetto tutta la ricchezza della musica indiana: classica, folk, regionale e Bollywood. Il suo scopo è quello di diffondere e valorizzare la varietà musicale del paese attraverso mostre, concerti ed esperienze educative.

  • Sri Veereshwar Punyashrama Music School, Gadag

    In questa scuola di musica, situata nella città natale di Bhimsen Joshi, giovani di ogni casta e comunità, inclusi molti Dalit e musulmani, imparano a suonare strumenti o a cantare sotto la guida dei loro insegnanti. Una scena quotidiana fatta di inclusione, armonia e passione, che riflette lo spirito della musica come linguaggio universale.


Mentre sei in Karnataka...

  • Mysore: famosa per le sue scuole di yoga e l’architettura regale.

  • Coorg: dove natura e cultura si fondono in una cucina unica e paesaggi da sogno.

  • Belur e Halebidu: templi scolpiti che ti trasportano in un’altra epoca.

  • Hampi: cammina tra le rovine di uno dei più potenti imperi dell’India del Sud.

  • Badami: lasciati sorprendere dai templi scavati nella roccia e dalle grotte antiche, testimonianza dell’ingegno architettonico locale.


Pandit Bhimsen Joshi  assorto dal momento durante un esibizione

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