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Padma Subrahmanyam e la rinascita del Bharatanatyam

Aggiornamento: 15 ott


Il Bharatanatyam custodisce la memoria dei templi, delle iscrizioni e delle trasmissioni orali.

Le sue fondamenta affondano nel Natya Shastra, un antico trattato scritto oltre 2.000 anni fa, che codifica gesti, movimenti, emozioni e la filosofia dietro il teatro, la danza e la musica in India. In tutto il Sud e Sud-est asiatico, le tracce di questa tradizione sopravvivono nei karana scolpiti – posture dinamiche un tempo essenziali per la danza, oggi in gran parte dimenticate nella pratica.

La dottoressa Padma Subrahmanyam, studiosa ed esperta di questa danza millenaria, le ha riportate in vita. 

Attraverso ricerca, lavoro sul campo e anni di studio, ha restituito questi movimenti al Bharatanatyam. Ha letto ciò che la scultura rivelava, seguito ciò che i testi suggerivano, e ha dato nuovamente un linguaggio fisico a queste forme.

Il suo lavoro ha plasmato il modo in cui questa danza viene oggi studiata, ricordata e interpretata.


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Le prime influenze

Nata nel 1943 a Madras (oggi Chennai), Padma Subrahmanyam è cresciuta in una famiglia dove l’arte e la conoscenza erano di casa. Suo padre, K. Subrahmanyam, era un regista e attivista per l’indipendenza; sua madre invece, Meenakshi, una compositrice fluente in sanscrito e tamil. Questo ambiente ricco di stimoli culturali ha influenzato profondamente il suo approccio all’arte sin dalla giovane età.

Ha iniziato a studiare danza con Kausalya, una giovane insegnante della scuola Nrityodaya, fondata da suo padre nel 1942. In seguito ha perfezionato le sue abilità con Vazhuvoor Ramaiah Pillai, uno dei grandi maestri del settore. Ma già nei suoi primi anni di studio, Padma si poneva delle domande: perché c’era una discrepanza tra il Bharatanatyam che le veniva insegnato e le posture raffigurate nelle sculture dei templi? Cosa era andato perso?


Alla riscoperta dei movimenti antichi

Queste domande hanno condotto Padma Subrahmanyam al Natya Shastra e ai suoi 108 karana, le unità fondamentali del movimento descritte nel testo. Ma non si è limitata a trattarli come semplice teoria: ha viaggiato in templi come quelli di Kanchipuram e Chidambaram, studiando attentamente le figure danzanti scolpite nella pietra.

Questa curiosità si è trasformata in una profonda ricerca accademica, culminata in un dottorato di ricerca focalizzato proprio su questi karana, che ha poi reinserito nelle esibizioni. Ha chiamato questo approccio integrato Bharata Nrithyam, uno stile che unisce l’aspetto teorico e pratico della danza.

La coreografia di Padma Subrahmanyam ha reintrodotto un vocabolario di movimenti molto più antico del margam, il formato standardizzato del Bharatanatyam moderno. Il suo stile fonde tradizione e ricostruzione, e le sue performance sono espressione tanto di studio quanto di emozione. Ha collaborato anche con artisti e studiosi internazionali: in Indonesia ha esplorato le radici comuni tra le arti performative indiane e quelle del Sud-est asiatico; in Giappone, un documentario ha raccontato il suo lavoro; in Russia, ha ricevuto una medaglia per il suo contributo agli scambi culturali.

A differenza dello stile ricco di espressione facciale tipico della scuola Kalakshetra, la presenza scenica di Padma Subrahmanyam è nota per la sua qualità architettonica, dando priorità alla fisicità del movimento più che all’emozione esplicita. I suoi movimenti vengono spesso descritti come “densi” o “simili a sculture di templi”.

In un’intervista del 1998 dichiarava:

“Io non recito. Io scolpisco.”
"Il mio obiettivo è comunicare con l’ultima persona in fondo al pubblico. L’arte senza comunicazione è priva di senso. Il termine ‘abhinaya’ non significa solo espressioni facciali. Significa attirare lo spettatore verso un’idea."— Dr. Padma Subrahmanyam, The Hindu

Il ritmo continua

Il lavoro di Padma Subrahmanyam ha trasformato il modo in cui ballerini e studiosi comprendono le radici del Bharatanatyam.

La sua ricerca ha fatto rivivere movimenti fondamentali, rafforzando il legame tra la danza, i testi antichi e l’arte templare. Le sue esibizioni continuano a emozionare il pubblico in tutto il mondo.

È stata insignita delle più alte onorificenze civili indiane: Padma ShriPadma Bhushan e Padma Vibhushan, per il suo duraturo contributo all’arte e al patrimonio culturale dell’India.

Attraverso il suo insegnamento e la sua coreografia, ha ispirato generazioni di artisti ad avvicinarsi al Bharatanatyam con rigore e creatività. Il patrimonio che coltiva vive non solo in India, ma anche oltre i confini, riflettendo una tradizione che guarda al futuro senza dimenticare le proprie origini.


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    I suoi festival, le sue arti e la sua cucina offrono uno sguardo sull’anima della città, che onora il passato mentre abbraccia il futuro.


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    Lungo la East Coast Road, nei pressi di Muttukadu, si trova DakshinaChitra, un affascinante villaggio culturale che racconta — e fa vivere — le tradizioni del sud dell'India. Il suo nome, che significa letteralmente “immagine del sud”, racchiude l’essenza del luogo: un museo a cielo aperto dove architettura, artigianato, riti e usanze vengono custoditi e condivisi. Tra case tradizionali ricostruite, laboratori artigiani e mostre interattive, DakshinaChitra offre un viaggio autentico nel cuore del patrimonio culturale dell’India meridionale.


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