Il Ladakh dei Brokpa
- IndiaResponsabile

- 15 ott
- Tempo di lettura: 4 min
Nel cuore delle montagne che dominano il tetto del mondo, esiste un luogo dove i fiori crescono tra le pietre e la tradizione resiste, delicata ma ferma, al vento del tempo. È la valle degli Ariani, abitata da una delle comunità più misteriose e affascinanti del Ladakh: i Brokpa.
Incastonati tra i villaggi remoti di Dha, Hanu, Darchik e Garkon, lungo le rive del celebre fiume Indo, i Brokpa vivono secondo un ritmo antico, fatto di gesti lenti, canti stagionali e un rispetto profondo per la terra.
Il loro nome, che significa “popolo delle alture”, fu dato dai Baltis — popolo di origine tibetana — a questi gruppi indo-ariani che da secoli abitano queste valli remote, coltivando un modo di vivere intimo, semplice e profondamente connesso alla natura.

Gli ultimi Ariani
Secondo una leggenda affascinante, i Brokpa sarebbero discendenti diretti di alcuni soldati dell’esercito di Alessandro Magno, che si sarebbero stabiliti vicino al Gilgit-Baltistan pakistano prima di migrare verso le valli dell’attuale Ladakh.
Anche se la storia non lo conferma, la loro lingua, il Brokskat, e le loro tradizioni li collegano chiaramente alle prime migrazioni indo-ariane. Per secoli, la loro cultura è rimasta protetta dall’isolamento geografico, lontana dall’influenza del buddhismo tibetano dominante in Ladakh.
Oggi i Brokpa seguono ancora un sistema di credenze animiste, legato al culto degli antenati, degli alberi sacri, delle montagne e delle forze naturali. Una spiritualità pre-buddhista, radicata nel culto Bon, dove l’uomo non è al centro, ma parte di un tutto vivo e sacro.
I fiori tra i capelli: identità vivente
Uno degli elementi più riconoscibili della cultura Brokpa è il copricapo tradizionale, chiamato Tepi o Kho. Realizzato in lana di pecora e adornato con fiori freschi, piume di pavone, rami di ginepro, monete antiche e erbe sacre, è molto più di un ornamento: è un simbolo d’identità, di protezione e di connessione con gli antenati.
Nel Tepi, nulla è lasciato al caso. Ogni fiore, ogni erba ha un significato: alcuni portano fortuna, altri rappresentano fertilità o benessere spirituale.
Il fiore non è un semplice abbellimento, ma un’offerta viva alla terra. Portarlo è un atto di gratitudine e di fede.
“La cultura sta cambiando. Continuiamo a rispettare le nostre tradizioni, ma i canti antichi stanno svanendo: i giovani mostrano sempre meno interesse.”— Un abitante Brokpa
Custodi della terra
In un ambiente dove l’acqua è preziosa come l’oro, i Brokpa hanno perfezionato nei secoli un sistema di canali d’irrigazione tradizionali, chiamati kanals, che portano l’acqua del ghiaccio fuso verso i campi di orzo e grano. Ogni goccia è usata con attenzione. Nulla si spreca. Praticano ancora oggi la transumanza stagionale, spostandosi con il bestiame tra i pascoli d’altura in estate e le zone più basse in inverno. Questo evita il sovrasfruttamento del suolo e consente alla terra di rigenerarsi — una pratica ecologica, nata da una spiritualità che non separa uomo e ambiente.
Ma i tempi stanno cambiando. Le nuove strade, la scuola, l’elettricità, l’accesso ai mercati stanno portando benessere e nuove opportunità, ma anche una lenta erosione dell’autosufficienza tradizionale.
Sempre più giovani abbandonano l’agricoltura per lavorare nel turismo, nell’esercito o nel commercio.

Scoprire la Valle degli Ariani
La valle dove vivono i Brokpa è una delle più singolari del Ladakh. Protetta dalle montagne e nutrita dal fiume Indo, ospita frutteti di albicocchi e noci, campi a terrazza e villaggi dove si parla ancora una lingua unica. Un microclima speciale che ha preservato, oltre alla biodiversità, una cultura delicata e irripetibile.
Partecipare al festival Bono-na
Nel cuore dell’inverno, tra i villaggi di Garkon e Dha, si celebra a turno il Bono-na, festival del raccolto. I Brokpa offrono orzo, latte e fiori alle divinità della montagna, accendono un falò cerimoniale e intonano canti ritualitramandati da secoli. Una celebrazione collettiva che unisce spiritualità, stagioni e memoria.
Bere il tè del silenzio: Gur-Gur Cha
Ospiti in una casa Brokpa, potresti essere invitato a gustare una tazza di Gur-Gur Cha: tè al burro salato, tipico delle regioni d’alta quota. È un rito intimo, accompagnato da racconti della valle, leggende e storie familiari. Un modo per entrare nel cuore di una cultura che si trasmette a voce.
Raccogliere albicocche sotto il sole
In estate, la valle si colora di frutti dorati: è il tempo della raccolta delle albicocche, che i Brokpa essiccano sui tetti e conservano per l’inverno. Da provare fresche, essiccate, in marmellate artigianali o nel raro vino d’uva locale, prodotto in piccoli lotti.
Leggere la storia sulle rocce di Domkhar
Vicino ai villaggi Brokpa si trova il Domkhar Rock Art Sanctuary, dove antichi petroglifi raffigurano cacciatori, ibex, simboli solari. Incisi oltre 2.000 anni fa, questi segni raccontano una storia umana e spirituale che precede ogni libro, scolpita nella pietra e custodita dal vento dell’Indo.
Un futuro in equilibrio
I Brokpa non si definiscono custodi della tradizione. Ma nei fatti lo sono, con il loro modo di abitare il tempo e la terra.
Il mondo moderno è arrivato anche qui — con i suoi vantaggi e i suoi rischi. Ma in ogni festone di fiori sul capo, in ogni canto che accompagna la semina, in ogni sorso di tè condiviso, resiste una visione alternativa del futuro.
Una visione dove preservare non significa fermarsi, ma camminare avanti senza dimenticare da dove si viene.






Commenti